Marchese Piero Antinori
Marchese Piero Antinori

Piero Antinori e la conservazione dell’affresco del Ghirlandaio

Marchese Piero AntinoriSono in corso i lavori di completamento del restauro della Sala del cenacolo all’interno della Badia di San Michele Arcangelo a Passignano. L’intervento intende concludere il ciclo di lavori già iniziato più di 10 anni fa dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici di Firenze e reso possibile grazie al contributo di Marchesi Antinori insieme alla Fondazione non profit americana Friends of Florence. Con questo restauro la Sala del Cenacolo sarà finalmente riaperta al pubblico dopo un lungo periodo di chiusura. L’intervento ha il fine di conservare il bellissimo affresco di Domenico Ghirlandaio raffigurante L’Ultima cena, le pitture di Bernardo Rosselli sovrastanti e le decorazioni delle pareti laterali.
“Siamo felici di vedere finalmente completarsi il progetto di restauro del magnifico affresco del Ghirlandaio a Badia a Passignano e di aver avuto la possibilità di portare il nostro contributo a questa nuova meritevole iniziativa dei Friends of Florence”- sottolinea il Marchese Piero Antinori. “Abbiamo voluto sostenere questo progetto affinché la sala possa essere aperta al più presto. Sentiamo molto vicino questo territorio che ospita al suo interno alcune delle nostre cantine ed è la terra di origine della nostra famiglia”.

Un progetto importante quello di Badia a Passignano, il vino e l’arte un connubio che sembra sempre più vincente?
Il connubio arte/vino è certamente vincente anche per il contenuto “culturale” del vino. Nel caso particolare esiste anche uno stretto legame tra Antinori e la Badia di Passignano che ci ha indotto a sponsorizzare il restauro del magnifico affresco del Ghirlandaio che ridarà nuova vita e grande attrattiva a tutto il comprensorio.
Dopo la cantina di Bargino un altro grande traguardo in fatto di investimenti e un’operazione di marketing e di immagine notevole… E soprattutto non scontata..
Il restauro dell’affresco è stato reso possibile per il generoso intervento dell’organizzazione “Friends of Florence” e con un nostro doveroso contributo anche come soci di questa meritoria associazione.
Bargino, è stato sicuramente un grande traguardo. Un’idea di cantina a 360° che può rispondere a tutte le esigenze di mercato, marketing, cultura di oggi con il polo museale e le varie iniziative. Il mondo ne parla…
La nuova cantina-museo del Chianti Classico a Bargino ha avuto un successo di interesse internazionale e di visite molto superiore alle aspettative. Segno che il turismo del vino sta diventando una realtà sempre più importante.
Lei è un grande imprenditore vitivinicolo, spesso la sua fama lo precede. Facendo un bilancio, tra i tanti successi, quale porta più nel cuore?
Forse la creazione del Tignanello che rappresenta, insieme al Sassicaia, una pietra miliare nella storia dei vini toscani.
E cosa aggiungerebbe ancora?
Mi piacerebbe produrre un Chianti Classico di assoluta eccellenza a livello mondiale; penso che esistano i presupposti per poter realizzare questo sogno.
Uno sguardo a Bolgheri. Che punto di partenza, di arrivo o di passaggio rappresenta nella sua lunga storia legata al vino ?
Mi verrebbe fatto di dire che Bolgheri è un punto d’arrivo, visto il prestigio e la notorietà che questa piccola denominazione ha raggiunto a livello mondiale in un tempo relativamente breve. Ma nel vino siamo sempre agli inizi, c’è sempre da migliorare e quindi preferisco dire che anche Bolgheri è un punto di passaggio, convinto come sono che questo straordinario territorio potrà riservare ancora delle belle sorprese.
La storia si ripete visto che la famiglia
Antinori, già dal 1385, ha un profondo legame con le arti: pittura, scultura, architettura, ma soprattutto l’arte di saper trasformare i frutti della terra in grandi vini. La Sala del Cenacolo nella Badia di San Michele Arcangelo a Passignano, realizzata fra il 1440 e il 1485 (sotto la direzione di Padre Francesco Altoviti prima e Isidoro del Sera poi) fu poi trasformata dall’architetto Jacopo Rosselli che realizzò il refettorio con volte a botte lunettate poggianti su meravigliosi capitelli in pietra serena. Fu l’abate Isidoro che incaricò nel 1476 Domenico del Ghirlandaio di realizzare l’affresco de L’Ultima Cena. Dopo le oppressioni del 1866, il convento fu acquistato dai conti Dzieduszycki che lo ristrutturarono profondamente, trasformandolo nel loro castello. La Sala del cenacolo divenne un vero e proprio salone di rappresentanza, nuovamente decorata con riquadri geometrici e stemmi di gusto trecentesco, arricchita da un grande camino e messa in comunicazione con il chiostro antistante. Nel corso degli ultimi interventi di restauro la decisione di riportare la Sala del Cenacolo alla sua bellezza originaria ha rivelato nuovi affreschi alle pareti laterali degni di essere salvati. Con l’intervento sostenuto da Marchesi Antinori e dalla Fondazione Friends of Florence si concluderà il progetto di restauro finalizzato a riportare la sala alla sua bellezza originaria, ultimando l’intervento sull’affresco del Ghirlandaio e sulle due scene realizzate dal Rosselli.