Il segreto bolgherese del giudice “cattivo” di Masterchef.
Un bicchiere di Vespa bianco, una chitarra elettrica e la compagnia del cane Quarto, un piccolo jack russell. Non si direbbe che l’eclettico giudice di Master chef, Joseph Joe Bastianich, dalle bizzarre e storpiate espressioni dialettiche, potesse avere un profilo così umano, visto che è stato etichettato come il giudice più spietato del noto talent show dedicato agli aspiranti chef. Ma lui, nato nel Queens da genitori emigrati, di origini istriane, dopo le scuole trascorse tra il Bronx e Boston, ha scelto di seguire la tradizione familiare per la buona cucina. I suoi genitori hanno cominciato con un piccolo ristorante e hanno finito per conquistare Manhattan. Oggi Bastianich, che si è raccontato nella recente autobiografia “Restaurant Man”, conta 30 ristoranti in tutto il mondo, quattro aziende vitivinicole solo in Italia, (due in Friuli, una in Toscana e l’altra in Piemonte), ed è il temuto giudice delle due edizioni di Master chef quella americana e quella italiana al fianco di Carlo Cracco e Bruno Barbieri. Ma la popolarità totale è arrivata grazie all’imitazione che gli ha riservato Maurizio Crozza. L’attore-comico infatti ha saputo cogliere, da buon istrione, le sue caratteristiche più interessanti per dar vita ad una caricatura d’effetto. Espressioni come “ma vuoi che muoro?” , “questo piatto è shit” e “non lo farei mangiare nemmeno al mio cane” (per non dire peggio) hanno fatto il giro delle case degli italiani. E non si contano i piatti che Joe ha lanciato e rotto in tv, devastando il morale dei concorrenti. Eppure lui si presenta come “il giudice più buono con una sana passione per il vino e il rock’n roll”.
LA SCOPERTA DI BOLGHERI Una cosa è certa ama l’Italia. I primi ristoranti fondati assieme ad un socio italiano, lo chef Mario Batali, in America, lo hanno consacrato nelle più alte classifiche mondiali. E con il pianeta vino non è da meno. Da osservatore attento, infatti, non poteva non posare gli occhi su una realtà vitivinicola come quella di Bolgheri. Dopo il Friuli, con le aziende a Buttrio e a Cividale del Friuli, è arrivata la Toscana. Si è fermato a La Mozza in Maremma per poi puntare dritto a Bolgheri. Galeotto fu l’enologo Maurizio Castelli che già, dal 1998, seguiva la sua attività italiana. E che proprio quest’anno ha festeggiato i 40 anni di attività professionale con l’inaugurazione dell’enoteca Vitis Vinifera a Montisi (Siena).
IL LEGAME CON MELETTI CAVALLARI, LA STORIA DELL’ENOLOGIA BOLGHERESE Proprio lui nel lontano 1995 cominciò a collaborare con uno dei precursori della fortuna vitivinicola di Bolgheri: Pier Mario Meletti Cavallari che, al tempo, partiva con l’esperienza Grattamacco. Uno dei vini che hanno segnato la storia del miracolo Bolgheri. Lo stesso Cavallari, in tempi recenti, ha lasciato l’Eldorado bolgherese per tentare l’esperienza dell’Aleatico all’Elba. E lo scettro è passato al figlio, Giorgio, già produttore di vino nella sua azienda Villa Borgeri, sita sulla via Bolgherese vicino ad aziende come Sassicaia e Ornellaia. Qui dà vita a due rossi stile bordolese, coi vitigni tipici del brand di Bolgheri e, dallo scorso anno, anche ad un vermentino e un rosè. Vini che stanno riscuotendo buoni consensi proprio negli States. Al suo fianco, oltre all’esperto enologo Castelli, la giovanissima Carlotta Binda, appena reduce da un’esperienza oltreoceano, a Paso Robles in California (nella foto sotto con Giorgio Meletti).
LA PROPOSTA, UN BLEND BOLGHERI Così, dopo aver degustato i vini del giovane Cavallari e averli scelti per i suoi ristoranti, Bastianich, il giudice “cattivo” esperto di enogastronomia, da buon imprenditore ha deciso di tentare una nuova strada nel piccolo e blasonato comune livornese. “Il primo contatto – racconta Giorgio Meletti Cavallari – risale al 2009. Attraverso la consulenza dell’enologo Castelli è uscita la proposta di fare un blend bolgherese, con il suo nome nelle mie vigne. Quella che all’inizio sembrava solo un’idea lontana ora sta prendendo forma. Ci incontreremo presto e poi lui verrà qua, ospite del mio agriturismo con la sua famiglia. Mi sembra una grande possibilità di crescita per tutti”.
IL FUTURO Per adesso ci accontenteremo di seguirlo in televisione, è infatti in onda la terza edizione del talent show di cucina più seguito al mondo, ma presto Joe Bastianich si concederà una pausa bolgherese per decidere la prossima novità nel suo già intenso mondo da business man. Che vino sarà? Un rosso bolgherese alla francese o un vermentino bianco? Ma non bruciamo i tempi… il legame è più profondo e si estende alla passione del ristoratore americano per la campagna dai grandi spazi, della corsa all’aria aperta e degli allevamenti di jack russell, di cui, come sappiamo, è un grande ammiratore. Insomma Bastianich ha tutte le carte in regola per ottenere la cittadinanza onoraria del vino nel cuore di Bolgheri.