Il poeta contemporaneo Davide Rondoni, premio Carducci, racconta la poesia, oggi…
Un seminario sulla poesia a Castagneto Carducci. Si terrà tra luglio e agosto, organizzato dal Centro per l’Arte contemporanea di Bologna, fondato e diretto dallo scrittore Davide Rondoni. Uno tra i più apprezzati poeti contemporanei, vincitore di prestigiosi premi tar cui anche il Premio Giosuè Carducci alla poesia, a Pietrasanta. Romagnolo, classe ‘64, una vita dedicata alla didattica e alla giovani generazioni che si avvicinano alla poesia… Il suo nome è presente nelle più importanti antologie di poesia italiana del secondo Novecento edite da Mondatori e Rizzoli ed è conosciuto ben oltre i confini europei. Nella terra vocata al vino darà vita ad un campus dedicato ai giovani che hanno scelto di praticare poesia, l’arte più sublime che esista. Rondoni è un affecionados del territorio maremmano dove trascorre diversi periodi di vacanza in compagnia di amici. E magari anche luogo eccelso di ispirazione.. La poesia e’ libertà, fuga… dove ha inizio il suo viaggio? La poesia è innanzitutto un’arte molto difficile e fantastica, con cui attraverso le parole un uomo o una donna mettono a fuoco la vita, così, che può capitare che ascoltando o leggendo quelle parole un altro essere umano può mettere a fuoco la propria. Quando leggo L’Infinito che Leopardi ha visto dietro casa sua, nella fuga dei colli marchigiani, mi commuovo e così un lettore di trecento anni dopo si commuove per l’infinito che vede negli occhi di chi ama, o nella fuga dei treni in una grande stazione…Il viaggio della poesia inizia nella disponibilità, cioè nella libertà vera, a lasciarsi colpire dalla vita e dal suo mistero. E’ sempre stato così.
Oggi e’ difficile proporla, quello che tentate di fare con il Centro di Poesia Contemporanea di Bologna… ci racconta l’esperienza… Oggi è difficile proporre ogni cosa che non sia banale ricerca del consenso. L’arte e la poesia autentiche se ne fregano del consenso, chiedono e offrono un ascolto più vivo e profondo. Ma non è difficile se non per persone banali. Toccherete anche Castagneto Carducci quest’anno… Il Centro è un porto di mare dove tanti giovani hanno fatto tappa e trovano maestri e occasioni per crescere nell’amore e nella disciplina di questa arte. E i frutti ci sono, sorprendenti. Abbiamo avuto con noi da poeti celebri come diversi premi Nobel a poeti italiani sconosciuti e bravissimi. E tutto questo incrementa l’ascolto della vita e il gusto per un’arte che chiede molto…e offre tanto… Conoscete il territorio, cosa apprezzate… il vostro è un legame particolare… Castagneto è un luogo meraviglioso, e non è solo importante per il legame con la figura di un poeta come Carducci, ma perché è un segno del genio italiano. Ho amici qui, ho fatto diverse letture in queste zone. Ad esempio qualche anno fa ho letto insieme a uno spettacolo di tango, in una nota cantina della zona. E mi è capitato di incontrare o rincontrare amici di qui in giro per il mondo (da New York a Milano) e per un poeta (tra l’altro come me, traduttore di Baudelaire, cantore del vino) questa è una seconda casa…Senza dimenticare che chi come me è romagnolo, beh, in luoghi così si trova bene… Poeticamente cosa colpisce un artista in questo posto un pò fermo nel tempo…Non so se è un posto fermo nel tempo… Forse è in viaggio dentro certi segreti del tempo, come la cura della terra, dei luoghi di paesaggio meravigliosi, e nell’aria inimitabile della bella Italia. Vinsi poi il premio Carducci di poesia qualche anno fa e vedendo questi luoghi si capiscono molte cose del temperamento e della forza trascinante di quel poeta che sotto certe inevitabili cessioni alla retorica ha una vena autentica di grande poesia. E poi ci sono nuovi poeti anche da queste parti…Qui la luce ha certe morti, certe nascite… Quali sono secondo lei i più grandi poeti di tutti i tempi…e perchè? I più grandi? Beh, come dice il mio amico Benigni, in Italia abbiamo per così dire la “nazionale” di poesia più forte del mondo di tutti i tempi, Da Jacopone da Todi a Dante, passando per Francesco d’Assisi e Guinizelli, su per Petrarca, Tasso, Alfieri, fino al grandioso Ungaretti, a Montale a Saba, poi Penna, Pavese, Pasolini, Luzi, Caproni, Sereni, Testori (tutta gente che veniva anche da queste parti…). Insomma, in Italia abbiamo grande poesia in tutti i tempi, e anche ora. La poesia non ha poi confini nazionali, di fatto. E’ di tutti. E dunque sono “nostri” anche poeti lontani come Eliot, Pound Auden o altri come il Nobel irlandese S. Heaney che devono molto a Dante e alle voci italiane. Girando tanto, come mi capita, per leggere poesia in giro per il mondo, trovi voci meravigliose, da Caracas a Baghdad… Lei si sente piu’ scrittore o poeta, che differenza c’è? Scrivo principalmente poesia, e un poeta è segnato da uno strano destino. La differenza è di gesto artistico. Un poeta ha un tempo diverso, in tutti i sensi, da un romanziere. Nell’uso della lingua, del ritmo, innanzitutto. La poesia comunque è una questione antropologica, non un genere letterario. Nel senso che il poetare appartiene alla natura umana, così come il narrare. Queste due esigenze primarie poi si declinano nel tempo in forme diverse e cangianti… A tanti cinici piace affermare che la poesia, come il rock sono morti. La infastidiscono queste affermazioni? Non mi infastidiscono, perché so che non è vero. Sono i cinici ad esser morti. Spero per loro che risorgano e ascoltino. La poesia potrebbe cambiare il mondo?La poesia non cambia il mondo come fanno altre forze che hanno un loro potere (l’economia, la politica, la scienza…), ma cambia il modo di guardare il mondo. Cambia lo sguardo.
In Italia abbiamo la nazionale di poesia più forte al mondo, lo dice il mio amico Roberto Benigni.Da Jacopone da Todi a Dante, e ancora Alfieri, Tasso, Montale, Saba, Pasolini…In tutti i tempi e soprattutto non ha confini
E’ considerato uno degli studiosi di poesia più importanti del Novecento, come vive? Ce lo spiega? Non so come mi considerano come poeta o studioso e non mi interessa. Vivo cercando la gioia. E i suoi segni ovunque, nel mistero dell’esistenza, nei drammi e nelle sorprese che a tutti tocca vivere. Come conduco la mia vita non è né un esempio né un “tipo” valido per altri. Scrivo, amo, guardo. Lavoro molto. Non inseguo i soldi né la fama (né loro inseguono me)… Riesce a farmi un identikit del prototipo di scrittore contemporaneo… Per fortuna non si riesce a fare tale identikit. Ci sono persone, stili e valori di ogni genere. Un circo, una festa, un bellissimo caos. Cosa consiglia ai giovani oggi che vogliono intraprendere qualsiasi percorso artistico? Di cercarsi dei maestri, di confrontarsi, di non giudicarsi da soli. Di cercare nell’arte non l’arte, ma il ritmo profondo del vivere e il suo segreto, che sta in quell’Amor che ditta dentro, come diceva il più grande di tutti Dante Alighieri, o con altre parole Michelangelo.