Sono nato molti anni fa. L’Ufficio anagrafe del paese, però, non ha scritto una data precisa con cui possa festeggiare, ogni anno, il mio compleanno. Insieme a me sono nati molti mattoni, legati tra loro con cemento e rena di fiume, stanze più o meno grandi, muretti allineati per delimitare spazi e giardini, una bella chiesetta di campagna, un teatrino ma, soprattutto, una scuolina per bimbi piccoli. Sono nato piccolo e rimasto piccolo nonostante il passare degli anni. Ma quante ne ho viste nella mia vita non me lo ricordo proprio più!
Ma soprattutto quanti grandi ho visto inchinarsi davanti a me, quasi in senso di reverenza, avvicinandosi e sfiorandomi le spalle. E’ soltanto con i bambini però, che erano e sono alla mia altezza, che ci guardiamo dritto negli occhi. Sono bianco di colore, anche se non mi abbronzo mai, nonostante in estate sia per molte ore in perfetta esposizione al sole, soprattutto di pomeriggio. Sono magro e mi si contano le costole, da sempre, al punto che molti, qualche anno fa, mi chiamavano “semolino”. Però sono sempre in piedi; anzi ben appoggiato ad un muretto del giardino della scuola per l’infanzia di San Guido, che volle molti anni fa la marchesa Clarice per dare istruzione e garbo ai bambini nati ai dipendenti della Tenuta. Ho visto passare di fronte a me tantissimi bambini; i primi anni sempre e solo bimbi bianchi come me. Poi, con il passare del tempo, oltre ai bimbi bianchi, anche cambogiani, cingalesi e marocchini. Tutti belli, perché la bellezza non ha colore! Ma sempre e comunque bimbi con gli occhi brillanti di chi si avvicina alla vita e vuole crescere insieme agli altri, cercando di prendersi sempre per mano, divertirsi ed imparare insieme. In effetti dove vivo, chi mi passa vicino chiede sempre il permesso, mi appoggia una mano sulla spalla, quasi accarezzandomi. Talvolta qualcuno che ha fretta mi da una spinta con il piede, ma senza cattiveria, soltanto per fare prima. Ed io non perdo l’occasione per perdonarli sempre, anche se mi lasciano, di tanto in tanto, qualche ammaccatura o, in inverno, il fango delle scarpe sui miei piedi. La mattina sia i babbi che le mamme hanno i minuti contati; un po’ più lenti sono i nonni e le nonne che se la prendono con più calma per accompagnare i bimbi a scuola. L’accompagnarli a scuola diventa per loro quasi un rito propiziatorio alla vita che sta crescendo. Quasi un passaggio di consegne. E, silenzioso, talvolta cigolante quando non vedo l’olio da tempo, mi trovo ad osservare e decifrare lo stato d’animo di chi mi passa vicino.
Il silenzio è il miglior modo per comprendere le persone, se riusciamo a scrutare quello che nascondono i loro occhi. Spesso noto serenità, ma qualche volta anche fatica, ed ancora insofferenza. Ma chi sono io per giudicare, piccolo bianco dalle costole che si contano con le dita! Recentemente, qualcuno della Tenuta si è accorto di me….finalmente! Qualche ruga un po’ troppo profonda mi stava facendo soffrire, a rischio della mia incolumità; anche qualche insetto ha cercato di insidiare la mia sobria struttura rischiando di aprire pericolosi varchi a malattie fungine. E degli infermieri sono venuti in mio soccorso. Stavo perdendo il mio aspetto decoroso che ho mantenuto per moltissimi anni e così mi sono sottoposto ad una seduta di maquillage per rimettermi in sesto. Ora sono di nuovo bello ed i bambini che ogni mattina mi salutano accarezzandomi mi fanno capire che passare vicino a me per loro rappresenta l’inizio di una nuova giornata ricca di nuove scoperte. Così come quando in collo alle loro mamme lasciano la scuolina, stanchi ma appagati, sembra che vogliano condividere con me quello che hanno imparato durante la giornata tra i prati e le rose di San Guido. Non crescerò mai fisicamente, ma sicuramente crescerò nei cuori e nelle testoline dei bambini che mi hanno fatto compagnia durante i loro primi anni di scuola. Mentre io, lo prometto, cercherò di resistere ancora a lungo; in attesa di nuovi bimbi, sempre più multicolori, diversi dal solito e talvolta monotono bianco, che forse mi racconteranno storie dei loro paesi lontani, tesori di vita di quei nonni che, forse, peccato, io non conoscerò mai.
Talvolta mi sento un asino, non perché non abbia mai varcato la porta della scuolina, ma perchè si dice l’asino abbia le orecchie lunghe giusto per ascoltare le storie ed i segreti dei bambini.
Dimenticavo….sono il piccolo e umile cancellino in legno all’ingresso della Scuola per l’Infanzia di San Guido.Se volete conoscermi, mi trovate sempre lì. Non vado mai in ferie, anche quando la scuolina chiude.
Paolo Maria Politi 23.5.2015
ENGLISH VERSION
WHAT IS SMALL AND WHITE AND BELONGS TO SAN GUIDO ?
Born long, long ago there are no records of when I came into being. It was at the same time as the bricks, cemented together with sand from the river, which became large and small rooms and little walls enclosing gardens and a country church, a little theatre and above all a school for small children.
I too am small and as the years have gone by many are the tall people who have bent over me. Only the children are the same size as I so that we look each other right in the eye. I am white and remain white even when the sun beats down during summer afternoons. I am skinny, you can count my ribs, but I am still standing although I have to lean on the garden wall of the garden belonging to the nursery school of San Guido built by Marchesa Clarice for the children of the workers on the Tenuta. I have seen many many children pass me by, caressing my back as they went; at the beginning they too were all white, but then came children from Cambogia, from Sri Lanka and Marocco. Some of them even gave me a kick but they meant no harm; they were just late for school. I don’t mind at all, even when my white surface is blemished or muddied in their wake. Their parents are always in a hurry; not so the grandmothers and fathers who take their time. They see it as their contribution to these young lives which are a continuation of their own and will become part of a future they themselves may not see. I observe in silence, except for the occasional creak if I need oiling, the people who pass me by, gauging their state of mind: sometimes I see serenity, sometimes fatigue, sometimes stress. But then, small white and skinny as I am, who am I to judge? Not long ago someone from the Tenuta started taking notice of me at long last. It was high time. I was definitely beginning to show signs of age: unsightly wrinkles in my veneer and pores dilated by insidious little insects, but I have been given a splendid facelift and am as good as new.
I like to think that all these little children who have come my way will remember me with fondness when they grow up and leave while I intend to remain here for a long time yet to welcome new and still more multicoloured young children on their first day of school.
So who am I ? I am the modest little gate at the entrance to the nursery school at San Guido. You will find me here all year round, among gardens full of pink roses, even in summer time when the school is closed and I silently await the children’s return.