Prunotto nasce nel 1904 come cantina sociale, nel 1930 la comprò Alfredo Prunotto. Era in centro ad Alba e fu tra i primi ad esportare il barolo in tutto il mondo. Uno dei mercati più importanti che aveva era l’Argentina dove c’era una colonia nutrita di italiani. Cominciò a vendere agli italiani che abitavano in giro per il mondo. Erano tanti i piemontesi che si spostavano in altri paesi. Gestì l’azienda fino agli anni Cinquanta. E vendette questa azienda a Beppe Colla, enologo, che fu tra i primi a vinificare i Cru. Nel Settanta ci fu il trasferimento dal centro di Alba all’attuale sede, nell’89 ai ricambi societari arrivò il Marchese Antinori. Nel ‘94 Colla aprì un’azienda sua e qua è rimasto solo Antinori. Il presidente è Albiera.
I TERRENI
Non ci sono aziende con mire espansionistiche anche perchè i prezzi dei terreni sono altissimi. I Cru passano il milione di euro ad ettaro, perciò la situazione è abbastanza bloccata. Prima che torni il capitale dell’investimento… e allora si cerca di gestire ognuno i propri vigneti. Oggi siamo intorno ai 55 ettari sono molto spezzati: 7 a Bussia, 5 a Barbaresco, 5 a Treiso, 22 nell’astigiano, e 15 a Cagliano, a nord di Asti. Non come in Toscana, dove c’è l’azienda e i vigneti attorno. L’azienda più grossa e unita è Fontanafredda. Qui la terra poi solitamente non si vendeva, o si dava a chi si sposava o si perdeva al gioco. E’ una questione familiare.
MICROVIGNETI
A Bussia abbiamo tirato fuori una Riserva, che uscirà il prossimo anno in commercio, su circa 7000 metri quadri circa di vigna, denominata geograficamente come Colonnello. Il Piemonte vitivinicolo di questa zona è molto simile alla Borgogna. La terra cambia molto in poche distanze. Nel Roero la terra è sabbia; a Barbaresco è mista, sabbia e argilla; la zona di Barolo è più tufacea, argillosa e il tannino è più duro. Con un invecchiamento, disposto dai disciplinari, da Roero (1 anno), due in Barbaresco, tre in Barolo. Facciamo circa 600-800mila bottiglie, una realtà abbastanza grossa per l’albese, insignificante per il mercato globale. Basta guardare in casa “Mamma Antinori”, come la chiamiamo noi, in cui rappresentiamo solo il 5% della produzione globale. Qua ci sono quasi duemila ettari a Barolo con circa mille imbottigliatori, Se togliamo i grandi, resta poco. La media è due a testa, forse…
LE BIG BARRIQUE
Da venti anni ha permesso a tanti produttori, anche sconosciuti di personalizzare molto il vino. Bisogna stare molto attenti a non abusarne. Il mercato, soprattutto americano, cercava vigni molto legnosi. E questo è stato un bene fino a 5-6 anni fa. poi c’è stata un’involuzione del mercato e ha rimesso in discussione tutto il movimento. Si è passati col tempo a botti sempre più grandi per diminuire il contatto con il legno.
BUSSIA Nuova cantina e struttura per ricevere clienti e vinificare settanta, ottanta quintali lordi con un investimento mostruoso. E’ la nostra vigna più rappresentativa.
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