Non una cena qualunque, in una location che vale la pena visitare. Parlo della Fondazione  Conservatorio di Santa Chiara a San Miniato Alto. L’occasione è stata la 46esima Mostra del Tartufo Bianco di San Miniato che ha dedicato una serata alla produzione artigiana locale del Mallegato (San Miniato è presidio Slow Food con l’Associazione Sanguinacci) con i produttori Sergio Falaschi, Maurizio Castaldi e Simone Ceccotti, la Rassegna nazionale di Salumi Sangue Blu. L’antico monastero di Santa Chiara fu fondato nel 1226 ad ovest dell’antica cinta muraria, nello stato attuale fu risistemato nel 1339 per iniziativa di Michele Portigiani, membro di una famiglia da sempre sostenitrice dell’ordine francescano. Qui si trova un museo che conserva il dipinto “Noli me tangere” di Ludovico Cardi, detto Il Cigoli, restaurato nell’aprile del 2015 e una delle due croci del XIV secolo di Deodato Orlandi.

Qui si è svolta una cena con due chef in trasferta, Deborah Corsi della Perla del Mare di San Vincenzo e Marco Stabile dell’Ora d’Aria di Firenze. La prima ha proposto primo e dessert con i Ravioli dal Sangue blu e il Mallegato al cioccolato, mentre lo chef fiorentino si è cimentato con l’antipasto, un Cavolfiore ripieno in crema di acciughe e il Petto di faraona al tartufo con mallegato e barbe rosse. Un’opportunità per assaggiare una cucina poco “praticata” e anche meno commerciale che, in realtà, fa scoprire, gusti e sapori di una Toscana verace e legata ancora alle creazioni artigianali. Non si tratta certo di un alimento facile e che spesso si scontra con il consenso della maggior parte dei consumatori, ma comunque possibile e apprezzabile, che si ritaglia una fetta di appassionati e gourmet. Come è stato per la cena a quattro mani che ha fatto dimenticare, come nel caso del ripieno del raviolo e della faraona, il gusto intenso e “invadente” del sanguinaccio.