Frescobaldi
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Ferdinando Frescobaldi, patron di Ornellaia, ci racconta con orgoglio chi è un agricoltore

FrescobaldiNon rinuncerebbe mai alla sua città, Firenze, dove è cresciuto e ha lavorato tutta la vita nelle varie aziende di famiglia. Ma ha un legame forte con la Maremma che frequenta sin da piccolo. Il Marchese Ferdinando Frescobaldi, non ha bisogno di presentazioni, classe ‘40, ama la vita e i suo frutti, da sempre. Profondo conoscitore dello spirtito agricolo e dell’attività stessa, che persegue con valori immutabili e incorruttibili, non si stanca mai di ripetere come l’agricoltura sia alla base dell’esistenza e della sussistenza di tutti noi. Una lezione che ha ereditato dal padre prima e dal fratello più tardi, un modus vivendi che l’ha aiutato a capire come si gestiscono le aziende e poi l’ha portato naturalmente al comando di Ornellaia “che lui definisce un luogo benedetto dal Signore”. Perchè nella vita ci sono treni che passano una sola volta e bisogna essere pronti a saltarci al volo, occasioni che non torneranno più. E’ stato un pò il caso del miracolo Ornellaia…

Frescobaldi, un cognome che racconta la storia di una famiglia di imprenditori che ha segnato fino ad oggi la storia del vino in Italia. Un cammino faticoso ma ricco di soddisfazioni. Come avete cominciato?  Sono abbastanza vecchio ma non mi ricordo proprio gli inizi (sorride ndr) che risalgono al  1300 e di cammino ne abbiamo fatto… Mi ricordo molto bene quello che si è sempre respirato in casa, fin da piccoli: il rispetto per il territorio e l’amore per l’agricoltura. Cercare in tutte le varie aziende, che abbiamo avuto, di capire come utilizzare al meglio il terreno, i colli, i boschi … direi quasi come funzione sociale. Dal territorio devono uscire le risorse per mangiare tutti i giorni… Molti territori in successione sono stati Casa, da secoli. Quindi il messaggio ha avuto il suo corso e spero di trasmetterlo alle future generazioni..

 

Ornellaia è arrivata miracolosamente… In quel momento è passato un treno e noi siamo stati capaci di saltare tempestivamente sopra il vagone. Frescobaldi non era presente sul territorio, Ornellaia è un gioiello, una zona benedetta da Dio. Non l’abbiamo certo presa come una speculazione e non abbiamo nessuna intenzione di rivendere… nel tentativo di trasportare anche a Bolgheri la nostra filosofia con la voglia di interpretare al meglio le capacità di questa zona.

Prima era più facile la vita dell’imprenditore Credo che sia sempre facile e difficile allo stesso tempo. Di facile l’imprenditore non ha niente: deve alzarsi la mattina presto, rimboccarsi le maniche. Quando alla fine degli anni cinquanta ho iniziato la mia parte succedendo a mio padre è stata dura. Ci sono sempre delle opportunità nella vita: l’imperativo è  stato quello di far bene il nostro lavoro. Siamo cinque fratelli e due sorelle ma molti facevano altro come mio fratello Dino, mancato da poco, che era giornalista. Ma Dio ha voluto che ci fosse un forte legame tra noi, una profonda unione sotto la guida dei fratelli maggiori.

Siete molto legato al territorio? Da ragazzino frequentavo la zona soprattutto d’inverno ed era una grandissima gioia, per il clima, per la caccia. Era molto più suggestivo che non nelle nostre, comunque belle, colline chiantigiane: c’era più romanticismo…

Ricordi più belli La caccia, sicuramente. Era un’attività importante mentre intorno a noi, nelle riserve di Nippozzano per esempio, c’erano qualche fagiano, poche lepri e pochissime starne.Qui era una gioia, si variava dal cinghiale, molto emozionante, ai colombacci coi richiami sopra questi pini enormi, le scale dove arrampicarsi, era molto divertente. E poi l’atomosfera di una vecchia signorilità ma molto, molto aperta, la razza maremmana era evidente in tutti: dal capocaccia al giardiniere, dall’operario al contadino. Era nel dna, grande amore e dignità del territorio, valori che tutt’oggi sono presenti, anche se in maniera meno accentuata perchè allontanarsi dal territorio allora era difficile, ora gli spostamenti sono all’ordine del giorno. Questo posto era isolato, il massimo era andare a Cecina a comprare le cartucce… Arrivavo da  Firenze per la volterrana… avevo quindici anni e tanti amici che mi invitavano…

L’ambiente com’è cambiato? E’ inevitabile denotare l’introduzione di vigneti che prima erano pochissimi mentre oggi si contano più di 1200 ettari, per il resto il territorio è rimasto piuttosto puro e ringraziamo il cielo. In Toscana il paesaggio è fatto dagli agricoltori, se non ci fossero stati a regimare le acque, a ripulire i boschi, coltivare i campi per darci da mangiare… saremo rovinati!

E’ positivo riguardo ai progetti di promozione nel mondo che sta portando avanti Bolgheri? Siamo decisamente favorevoli ad iniziative di valorizzazione del territorio perchè servono a presentarci, a farci conoscere. Si possono trovare bottiglie ovunque e chi le acqusita se ha, in più, la fotografia del territorio è perfetto: la presentazione è completa… Puntiamo ad un turismo responsabile che rispetti le nostre bellezze…

Come vive la crisi Ornellaia. Ma parlerei più a livello generale. Credo che alcuni territori meno adatti alla viticoltura potranno tornare a concentrarsi su altre colture, in futuro. Penso ad un ritorno a prodotti come i cereali e gli ortaggi. Bolgheri resta una nicchia ma altrove c’è necessità di riprodurre generi alimentari, di sussistenza, e per un motivo semplice: il mondo vuole mangiare. La popolazione è in crescita, ogni anno ci sono 50 milioni di persone in più ed è presto detto…

Cosa pensa della gestione del territorio da parte delle amministrazioni locali? Qui opererei un discorso più vasto, auspicherei una razionalizzazione dei costi con, per esempio, l’aggregazione di comuni più piccoli in uno unico, proprio per diminuire i costi: se di tre comuni se ne riuscisse a fare uno non sarebbe male…

Ha avuto un maestro di vita? I miei genitori… e la famiglia in generale, il buon senso del “capoccia” del capo famiglia, che tradotto è il buon senso tipico del toscano… Si andava poco in vacanza e si stava spesso in campagna…

Se potesse azzerare tutto da dove ripartirebbe... Dovrei rinascere francamente (ride ndr) e mi andrebbe anche bene vista l’età!!!

Un sogno nel cassetto? Magari potevo essere un atleta per vincere i cento metri o la maratona…

Qual’è il fattore determinante nella creazione di un  buon prodotto? L’amore, la cura e la dedizione. Questi aspetti non sono mai abbastanza e quindi cercare di migliorarsi sempre attraverso mille attenzioni… Nel vino direi l’interpretazione del campo, di come si cura la vite. Massima cautela nel lavorare il grappolo…

E del proliferare di investimenti milionari che ne pensa? Dobbiamo certo puntare ad un turismo di qualità, con utenti che fotografino il territorio e parlino di Bolgheri e della sua bellezza, il passaparola è la migliore forma di promozione che esista…

Lascerebbe Firenze per trasferirsi qua… Sono molto legato alla mia città, a via Santo Spirito dove si trova la nostra casa e la nostra sede. Mah… dormire in città più del 50% del mio tempo e poi la campagna. Ma la città è sempre al primo posto….

La scelta più importante della sua vita.  Bisogna amare quello che si fa…

La scelta manageriale più difficile. Il manager deve scegliere tutti i giorni, ma forse ogni volta che ho sbagliato. Personalmente rendermi conto che dovevo mollare…e quindi il processo di delega agli altri… che è arrivato, ad un certo punto. Stavo invecchiando, ma non è stato un trauma unico ho cominciato 10 anni fa e sono andato avanti, passo dopo passo. Prima ero più severo adesso mi fido di più…il proprio orgoglio va messo da parte…

Ha dei rimpianti? Probabilmente potevo essere più bravo; ma direi di no, in linea di massima…

Avete mai pensato di andare a vivere altrove, a causa delle lungaggini burocratiche? Lavorare in Italia è difficile ma è il più bel paese del mondo, la qualità di vita che c’è non la trovo da nessun altra parte: amo la mia terra.

E della situazione politica che dice… E’  la  meno peggio, siamo italiani… che si può dire… auguriamoci che domani sia meglio..

C’è un posto che non si stancherebbe mai di visitare. Gli Stati Uniti in generale è il paese dove c’è un’energia creativa incredibile, dove si sono amalgamate tantissime culture e popoli. Forse le persone più “ignoranti”, rispetto all’Europa, ma allo stesso tempo c’ètanta voglia di imparare e recuperare. Il paradosso è che nonostante l’ignoranza che si incontra si impara sempre qualcosa…

Da buon fiorentino è un tifoso accanito. Mi sono ridimensionato col tempo…

Amo la campagna ma sono molto affezionato alla città, a Firenze e via Santo Spirito dove abito e lavoro nell’azienda di famiglia. C’è da dire che Matteo Renzi ha portato una scossa di vivacità, freschezza e serviva…

Firenze com’è cambiata con l’era Matteo Renzi? Tante scelte ottime come la pedonalizzazione di piazza del Duomo e sicuramente c’è un’aria molto più fresca col giovane sindaco. Ha tante idee speriamo riesca a metterle in pratica. Comunque una scossa di vivacità c’è stata…

Cosa cerca di trasmettere ai figli. Uno stile di vita basato sull’onestà verso se stessi, attreverso il comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso”, sembra banale ma non è semplice rispettare se stessi

Come vorrebbe essere ricordato? Per quello che sono, un uomo che ha voluto godersi la vita amando il prossimo…

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