Isabella Ferrari
Isabella Ferrari

Isabella Ferrari

Isabella Ferrari«Isabella arriva a momenti – ci dicono quelli dell’organizzazione – aspettiamo ancora qualche minuto perché sta facendo una “telefonica”». Siamo all’hotel Martini di Castiglioncello, lei è Isabella Ferrari madrina della settima edizione di Parlare di cinema a Castiglioncello, (vedi il numero di giugno). Dopo poco, infatti, eccola che arriva, nei jeans chiari, camicia di seta verde smeraldo su sandali a zeppa. Con disinvoltura passa da un’intervista al telefono, fra le mura della stanza dove alloggia, a un’altra raffica di domande, scatti, riprese, nell’incontro con i media nel giardino dell’albergo. Prima è la volta delle tv, quelle locali, quelle nazionali, poi, con più calma, la carta stampata. Lei, sempre misurata nei modi e gentile; ha un sorriso per tutti. A giornalisti e operatori si rivolge col tu come se li conoscesse da una vita. E in effetti Isabella Ferrari (al secolo Isabella Fogliazza), in mezzo a fotografi, giornalisti e telecamere c’è praticamente cresciuta. Incontra il successo a soli 15 anni, grazie a un concorso di bellezza dove viene notata da Gianni Boncompagni. “Fugge” dalla provincia piacentina lasciandosi alle spalle l’infanzia contadina, (peraltro mai rinnegata, più volte, infatti la ricorda con fierezza), e si trasferisce a Roma. Debutta nel 1980 nella trasmissione televisiva “Sotto le Stelle”; l’anno dopo è nel cast di “Sapore di mare”. Dai tempi di “Selvaggia” – nome del personaggio che interpreta nel film di Carlo Vanzina – è cresciuta sia come attrice che come donna. Ha lavorato fra gli altri con Nanni Moretti, Antonello Grimaldi, Ferzan Ozpetek, Ettore Scola; con “Romanzo di un giovane povero” di quest’ultimo autore, ha ricevuto la Coppa Volpi. «Il cinema resta il mio grande amore» – dichiara annunciando il prossimo impegno: «una partecipazione nel film di Woody Allen girato a Roma». Ciononostante, negli ultimi anni ha ottenuto grande popolarità con alcune fortunate serie televisive e si è cimenta con successo anche nel teatro. E proprio in teatro è impegnata in questo periodo con lo spettacolo di Marco Travaglio “Anestesia totale”, in cui, recita al fianco del giornalista.
Ci parli dello spettacolo.
È una cosa un po’ particolare. Si potrebbe definire uno “spettacolo poco spettacolare”, dato che sono delle letture tratte da scritti di Indro Montanelli. Parole che si sono rivelate profetiche. Quando ho accettato tutti mi davano contro, invece ho avuto ragione. Sto avendo molto successo.

Sarà anche in Toscana?
Il 21 luglio saremo alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, il 22 invece andremo in scena a Fiesole, all’interno della programmazione dell’Estate fiesolana.
Era già stata da queste parti?
A Castiglioncello mai. È molto carina e il mare è meraviglioso. Appena sono arrivata mi sono tuffata e ho fatto una bella nuotata.
Il nostro giornale nasce in una zona con vocazione enologica: lei è amante del vino?
Purtroppo non reggo bene l’alcol: al secondo bicchiere di vino già perdo il controllo. E io non amo perdere il controllo, quindi evito o lo consumo con molta attenzione.
L’infanzia in campagna in che modo ha contribuito alla sua formazione?
Ho passato l’infanzia in un piccolo borgo di un pugno di case perso tra le colline della campagna piacentina. Quelle sono le mie origini dalle quali vado fiera ma da cui sono anche “fuggita”, per cercare altro. Della campagna porto dentro il senso del sacrificio e della determinazione; io non ho frequentato scuole di recitazione, ho imparato con la pratica: mi ricordo sempre le cose tremende che mi diceva Ettore Scola sul set col megafono da regista; le diceva per spronarmi, ma c’è voluta tanta forza di volontà per non scoraggiarsi e andare avanti. Della campagna ho mantenuto anche la voglia di cose solide, vere, come la famiglia per esempio; e anche nel lavoro traspongo questa esigenza: quando scelgo di fare un film, è perché ci credo, sento una responsabilità politica di quello che faccio come artista e come personaggio pubblico.
Quindi la famiglia è importante per lei?
Moltissimo. Pur essendo abituata alla notorietà mi dà estremamente fastidio essere riconosciuta nei momenti di vita privata, soprattutto quando sono coi miei figli.

© Riproduzione riservata